La Premier italiana Giorgia Meloni partecipa al vertice di Parigi per discutere il contributo dell’Italia alla coalizione dei volenterosi.
Negli ultimi mesi, la comunità internazionale ha intensificato gli sforzi per trovare soluzioni diplomatiche al conflitto in Ucraina, con anche Giorgia Meloni che deve prendere delle decisioni. Diverse nazioni hanno proposto iniziative volte a garantire un cessate il fuoco duraturo e a stabilizzare la regione. In questo contesto, la formazione di una forza multinazionale di interposizione è emersa come una delle opzioni più discusse.

La posizione dell’Italia e il ruolo di Giorgia Meloni
Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato un summit all’Eliseo, riunendo leader di 31 paesi, per discutere la creazione di una “coalizione dei volenterosi”. L’obiettivo principale è formare una forza multinazionale composta da circa 20.000 uomini, incaricata di garantire e monitorare un eventuale cessate il fuoco tra Ucraina e Russia. Questa forza opererebbe sotto l’ombrello delle Nazioni Unite, assicurando così una legittimità internazionale e una maggiore accettazione da parte delle parti coinvolte.
L’Italia, rappresentata dalla Premier Giorgia Meloni, ha espresso una disponibilità di massima a partecipare a una missione di pace, a condizione che essa operi sotto l’egida dell’ONU. Questa posizione riflette la volontà del governo italiano di sostenere il processo di pace senza intraprendere iniziative unilaterali che potrebbero essere controproducenti o non accettate da tutte le parti. Meloni, insieme al vicepremier Antonio Tajani e al ministro della Difesa Guido Crosetto, ha partecipato a incontri preparatori per definire il contributo italiano e garantire che qualsiasi intervento sia in linea con il diritto internazionale e gli interessi nazionali.
Le preoccupazioni italiane sul riarmo europeo
Parallelamente, il governo italiano ha manifestato preoccupazioni riguardo ai piani di riarmo dell’Unione Europea, noti come “Readiness 2030”. Meloni teme che tali piani possano favorire principalmente le industrie di difesa di Francia e Germania, a scapito di eccellenze italiane come Leonardo e Fincantieri. Di conseguenza, l’Italia sta cercando di assicurarsi che eventuali investimenti nella difesa comune europea siano equamente distribuiti e tengano conto delle capacità industriali di tutti gli Stati membri.
In sintesi, mentre la comunità internazionale esplora diverse opzioni per stabilizzare l’Ucraina, l’Italia si mostra pronta a contribuire a una missione di interposizione, purché sia sotto l’egida delle Nazioni Unite. Questa posizione sottolinea l’impegno italiano per una soluzione diplomatica e condivisa, evitando azioni unilaterali e garantendo al contempo la tutela degli interessi nazionali e la stabilità regionale.